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www.francoemiliocarlino.itPresentazione: 

Volume

Mandatoriccio - Storia di un Feudo

Dal Nobile Casato dei Mandatoriccio di Rossano alla blasonata famiglia dei Sambiase di Cosenza. Dai Toscano - Mandatoriccio fino all'Unità d'Italia (1619-1860)

 

 

 

 
 

Mandatoriccio (CS) - Castello Prospetto Nord

 

Centro Sociale Piazza Municipio - Mandatoriccio  (Cs)

Mercoledì 17 Agosto 2016 - Ore 18.30  

 

Mandatoriccio (CS) - Castello Atrio interno

 

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21-10-16

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Book fotografico dell'evento

 

  

   

 

   Il saluto del Sindaco di Mandatoriccio Avv. Angelo Donnici   Alcune immagini della serata   Il saluto dell'Editore Ivan Porto
     
L'Autore Franco Emilio Carlino  e l'Editore Ivan Porto  II Sindaco di Mandatoriccio Avv. Angelo Donnici nel corso del suo intervento di saluto
     
La Relazione del Prof. Mario Falanga, Docente alla libera Università di Bolzano   Al tavolo da sinistra: Prof. Mario Falanga, Franco Joele Pace, Avv. Angelo Donnici, Sindaco di Mandatoriccio, Franco Emilio Carlino, Autore, Ivan Porto, Editore
     
Alcuni momenti della presentazione       L'intervento del Prof. Mario Falanga
     
L'Editore Ivan Porto durante il coordinamento dei lavori   Lo storico Franco Joele Pace nel corso della sua relazione
     
     
    Il contributo e le riflessioni dell'Autore del volume Franco Emilio Carlino    
     
L'intervento del Prof. Antonio Domenico Chiarello
     
         
     
Alcuni momenti della Presentazione
     
 
     
         
  Scatti fotografici nel corso della presentazione     
         
     
     
         
Il Programma della Pro Loco

Estate  agosto 2016 Mandatoriccio

      La locandina dell'Evento

LA BACHECA

   

 

STIMOLANTE, GRADEVOLE E PROFICUA SERATA IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI FRANCO EMILIO CARLINO SULLA STORIA DI MANDATORICCIO

 

   L’iniziativa patrocinata dal Comune di Mandatoriccio è stata organizzata dalla Pro Loco. Mercoledì 17 agosto 2016, nella splendida cornice del Centro Storico di Mandatoriccio, nel Centro Sociale di piazza Municipio, circondata dal Castello feudale e dalla Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo, si è tenuto uno degli eventi estivi in cartello nel programma dell’estate mandatoriccese agosto 2016, che ha riguardato la presentazione, a più voci, del Volume di Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio Storia di un Feudo. Dal Nobile Casato dei Mandatoriccio di Rossano alla blasonata famiglia dei Sambiase di Cosenza. Dai Toscano – Mandatoriccio fino all’Unità d’Italia. (1619-1860)

La manifestazione, che ha coinvolto numerosi partecipanti del luogo e del territorio pre silano ionio rossanese, ha rilevato gl’interventi: dell’Editore Ivan Porto, della casa Editrice Imago Artis, che ha coordinato anche i lavori della serata, del Sindaco di Mandatoriccio, Avv. Angelo Donnici, di Franco Joele Pace, autore della Prefazione al Volume e di Mario Falanga, prof. di Diritto Amministrativo Libera Università di Bolzano, dell’Autore, mandatoriccese di nascita e rossanese di adozione, collaboratore della testata giornalistica “La Voce”, Periodico Indipendente di Rossano e Circondario e membro del Comitato Scientifico dell’Università Popolare Rossanese. Non sono mancati altresì i contributi di un pubblico molto attento e qualificato, che ha fatto registrare anche la presenza del sindaco di Pietrapaola e di molti autori locali e del territorio, esperti, studiosi e storici che hanno molto apprezzato l’iniziativa dimostratasi stimolante, gradevole e proficua ai fini di una comune riflessione per rilanciare il territorio partendo proprio dalla sua storia.

   Il Sindaco dopo aver molto apprezzato il nuovo lavoro dell’Autore riguardante la Storia di Mandatoriccio, ha evidenziato come i pochissimi riferimenti storici finora rilevati sulle origini di Mandatoriccio ne avevano sino ad oggi presentato uno stato frammentario se non addirittura poco chiaro. Pertanto, “La pubblicazione Mandatoriccio storia di un feudo che oggi lo stesso Autore ci propone è probabilmente la più ambiziosa, per il dichiarato intento di affrontare lo studio e la ricerca del periodo che va dagli inizi del seicento, nel quale lo Studioso data la nascita del Feudo, fino all’Unità d’Italia (1860). Essa quindi costituisce un passaggio importantissimo nella ricerca complessiva della ricostruzione storica di questo comune: la fase probabilmente conclusiva degli aspetti più controversi e meno indagati delle Origini e dello sviluppo del Territorio”. Proprio per questi motivi, dopo essere stato eletto sindaco, ho fortemente inteso affiancare in ogni modo le rare ricerche, gli studi e ogni sforzo culturale, mirato a scoprire le vere Radici della Comunità di Mandatoriccio interagendo con l’Autore, di cui ho apprezzato la passione e la forte volontà, anche nelle precedenti quattro pubblicazioni dedicate alla nostra comunità sostenute dal Comune e largamente apprezzate, di ricercare notizie e documenti veri, frutto evidente di autentica sensibilità e predisposizione allo studio.

   È seguito l’intervento del prof. Mario Falanga che nel produrre un’accurata analisi del testo, offrendo un giudizio interessante e molto positivo sull’opera, ha posto in evidenza i tre aspetti sui quali ha poi articolato il suo procedere nella presentazione, ossia il metodo storico, il valore dell’opera e il merito soffermandosi poi sulle caratteristiche del libro del quale, al di là della numerosità delle pagine, ne ha evidenziato il periodare molto fluido e la presenza di una ricca argomentazione. L’Autore, inotre, continua ancora il Falanga, è molto corretto nel riportare le fonti e il pensiero degli altri autori avendo rispetto delle singole posizioni. Riguardo alla metodologia storica ne ha rilevato il positivo procedere storico e il suo continuo raffronto tra storia locale e storia generale.      

   L’intervento di Franco Joele Pace, che ha curato la prefazione al volume, è servito ancora una volta per mettere a fuoco il controverso passaggio dai Mandatoriccio ai Sambiase autori della creazione e dominio di un importante complesso feudale.

   Le conclusioni affidate all’autore sono servite a fare il punto sui contenuti dell’opera che lo stesso ha ufficialmente consegnato alla sua comunità, ma anche e soprattutto per stimolare i presenti verso compiute riflessioni mirate a rilanciare il territorio.  

   Nel suo articolato intervento Franco Emilio Carlino, dopo aver ringraziato i presenti per la partecipazione, l’Amministrazione Comunale, per aver patrocinato l’iniziativa e per la collaborazione offerta in questi anni, il Sindaco, Angelo Donnici, il Presidente del Consiglio Comunale, Franco Brunetti, la Pro Loco, gli amici storici, Franco Joele Pace e Mario Falanga, e gli Editori Ivan Porto e Arianna Garofalo e quanti si sono adoperati e collaborato ai diversi livelli per la riuscita dell’iniziativa, ha così dissertato: “Animato come sempre dalla passione e dalla riconoscenza nei confronti del mio Paese natio, al quale sono profondamente legato, ho cercato ancora una volta, di scavare e indagare nelle vicende, le influenze e le testimonianze storiche del Casale, oggi splendido Borgo adagiato alla base dei declivi montuosi della Sila su una collina prospicente il tratto di mare del basso Jonio cosentino, ricostruendone il periodo più controverso e meno indagato delle Origini e dello sviluppo del Territorio che va dagli inizi del Seicento, data di nascita del Feudo, fino all’Unità d’Italia (1860).

   Le motivazioni che mi hanno portato a questa nuova pubblicazione sono l’affetto e la riconoscenza verso questo paese e la voglia di andare in profondità per conoscere le nostre origini, la nostra identità, i nostri padri e predecessori.

   Il presente volume si divide in due parti. Una prima parte nella quale dopo le analisi e le considerazioni sulle origini della sua fondazione, sviluppa i diversi profili di Mandatoriccio: Geografico-Ambientale, Demografico-Fiscale, Urbanistico-Architettonico, Artistico Archeologico, Storico-Economico-Sociale dagli albori ai nostri giorni. Nella seconda parte, invece, è stata trattata la storia delle famiglie che hanno governato Mandatoriccio con le relative vicende che hanno accompagnato il periodo preso in esame.

   Come già dicevo qualche anno fa, -continua l’autore- quanto realizzato sta nella elaborazione di un progetto complessivo che mi ha visto impegnato in questi anni nella stesura di ben cinque pubblicazioni su Mandatoriccio. Ognuna con le diverse angolazioni e tutte finalizzate a conoscere nel nostro presente, il nostro passato e se possibile pensare in maniera diversa e positiva come programmare il nostro futuro, sapendo, che se le date venute fuori dalla presente elaborazione sono, come io credo, sostanzialmente esatte, la nostra Mandatoriccio nel periodo che va dal 2019 sino al 2034 compirà quattrocento anni di vita. L’evento, pertanto, non può essere lasciato al caso, ma è necessario attivarsi per caratterizzare il nostro territorio perché esso possa esprimere tutte le sue potenzialità, anche quelle che finora non sono state sufficientemente valorizzate. Ed è per questo che mi permetto di sottoporvi queste mie riflessioni, perché venga aperto un dibattito a 360° sullo stato e sul futuro della nostra cittadina che dovrebbe essere ripreso con più energia partendo proprio dalle nostre acquisite conoscenze non solo per sostenere la nostra cultura, ma soprattutto per farla conoscere agli altri, e soprattutto alle nuove generazioni.

   Tale ricorrenza, pertanto, potrebbe essere lo stimolo giusto per avviare una riflessione e richiamare la comunità tutta, le varie associazioni, e gli amministratori a un significativo rilancio culturale della nostra città, attraverso un progetto di ampio respiro che coinvolga indistintamente tutti, ognuno nel proprio ruolo, insieme ad alcune figure specialistiche ed esperte che possono in qualche modo fornirci idee e proposte da elaborare per ottimizzare quanto di meglio esprime il territorio. Con il presente volume, oltre alle notizie sulle famiglie che ci hanno governato, offro alla comunità molti spunti di lavoro, fotografie di una realtà che ci dice com’eravamo e come siamo da cui partire per allargare i nostri orizzonti in prospettiva di un progetto di ampio respiro proiettato a costruire qualcosa per la Mandatoriccio di domani. Continuando il ragionamento, l’autore indugia sul Capitolo V del libro, quello relativo all’analisi del profilo artistico-archeologico di Mandatoriccio per proporre utili elementi ai fini di un possibile intervento dell’Amministrazione Comunale allo scopo di dare maggiore impulso alla caratterizzazione del territorio partendo da ciò che già si conosce, come la presenza dei Brettii nel territorio, di essere Mandatoriccio nata nel territorio di Pietrapaola, di essere stata da sempre una via della transumanza e di passaggio, tutti fattori che ci richiamano a sollecitare l’intervento di affermati studiosi. Inoltre, il tutto muove dai numerosi rilevamenti archeologici portati alla luce e a noi ormai noti grazie a studiosi come il Canino, che informa della presenza sul territorio di civiltà cavernicole e resti di culture diverse tra le quali preminente quella sicula; di tombe rupestri di tipo siculo a cavernetta dell’VIII secolo a.C. e di tombe rupestri a Mandatoriccio nelle quali sono stati trovati i resti umani rinvenuti rannicchiati col processo dell’inumazione e con frammenti fittili di corredo sepolcrale, di Giovanni Guzzo c’è ci conferma la presenza Brettia nel territorio attraverso i siti di Pruìa a Terravecchia, Castiglione di Paludi a Paludi e le Muraglie di Annibale a Pietrapaola nel corso dell’età del Ferro, dello storico rossanese Gradilone che ci parla di testimonianze archeologiche simili a quelle di Cariati che provano l’esistenza, a Campana, Bocchigliero, Pietrapaola e Mandatoriccio, di antichi nuclei abitati di gente italiota e poi bruzia non del tutto estranei agli influssi e alla civiltà magno-greca, con grotte antichissime e avanzi di abitazioni preistoriche, tombe scavate nella roccia, cinte di mura, oggetti vari, monete rinvenute in questi territori, del Lenormant che riferisce del sito della Grotta delle Fate con la presenza di cavernicoli, del numismatico Pasquale Attianese, che ci ricorda la quantità di monete ritrovate sul suolo di Mandatoriccio risalenti al periodo della polis achea, ed in ultimo della presenza del sito di Gabella allo Scalo di Mandatoriccio dove nel 1958 furono ritrovati i resti di un abitato e tombe del periodo romano-repubblicano e a seguito di ulteriori ricognizioni per localizzare i resti archeologici a Manche di Procello furono rinvenute circa 50 anfore di tipo Drassel 1. Tutto ciò basta per farci comprendere -continua ancora l’Autore- come il nostro territorio ha dato già prova di possedere alcune ricchezze, e che pertanto è stato oggetto continuo di presenze esterne di cui ho ampiamente parlato anche nelle precedenti pubblicazioni. Ora si tratta di fare un ulteriore sforzo per cercare di scoprire se esistono altri siti che potrebbero in qualche modo caratterizzare il nostro territorio. Tra questi voglio segnalare sia quello delle Grotte delle Fate e di Campanaro che a mio parere andrebbero meglio ispezionati e studiati, sia quello delle Grotte di Sciortarìu sotto Campanaro per comprendere se questo, apparentemente sito cavernicolo, sia stato nel tempo un semplice sito scavato nella roccia per il ricovero degli animali oppure è qualcosa di più importante. Questa mia ipotesi, del resto contenuta nelle pubblicazioni è dettata dal fatto che il nostro territorio faceva parte del territorio originario di Pietrapaola e compreso nel territorio più vasto della Sila Greca dove si è registrato un interessante movimento monastico durante il periodo bizantino. Io mi domando se tutto ciò è vero per il resto del territorio perché non lo potrebbe essere anche per Mandatoriccio? Ed ecco perché chiedo al nostro Sindaco di attivarsi per quanto nelle sue possibilità di avviare iniziative finalizzate a una seria mappatura archeologica del territorio comunale. Se quanto ipotizzo per le Grotte di Sciortarìu fosse vero sarebbe un risultato straordinario e Mandatoriccio potrebbe inserirsi anche in un possibile circuito bizantino soprattutto alla luce delle numerose iniziative dopo il restauro del Codex Purpureus Rossanensis e del suo riconoscimento come patrimonio dell’Unesco”. 

     

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Ultimo aggiornamento: venerdì, 21 ottobre 2016                                                                                                                                                                                                             Copyright © Franco Emilio Carlino. Tutti i diritti riservati

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